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Dimmi che gruppo sanguigno hai e ti dirò a quali malattie sei predisposto


I medici affermano che il gruppo sanguigno di una persona può influenzare la sua propensione a determinate malattie. Inoltre, molte persone vivono senza nemmeno conoscere il proprio gruppo sanguigno, e questo è un comportamento errato, dal momento che sarebbe opportuno “preparare” il loro corpo a possibili problemi di salute.

Ricercatori danesi hanno studiato in chemodo un gruppo sanguigno possa interagire con una predisposizione genetica alla trombosi venosa profonda (TVP) o alla comparsa di coaguli di sangue negli arti inferiori.

Dopo aver analizzato i risultati di oltre 30 anni di monitoraggio dello stato di salute di 66 mila persone, gli scienziati sono giunti alla conclusione che le persone con gruppo sanguigno A, B e AB hanno un rischio maggiore del 40% di sviluppare trombosi rispetto alle persone con gruppo sanguigno 0, che è il più comune . È stato anche rivelato che il gruppo sanguigno AB aumenta il rischio della malattia del 20%.

Malattie cardiache

Gli scienziati di Harvard hanno studiato l’effetto dei gruppi sanguigni sul rischio di malattie cardiache. Dopo aver analizzato i dati sanitari di 77 mila pazienti, gli scienziati hanno scoperto che il rischio più elevato di sviluppare malattie cardiache è rappresentato dalle persone con gruppo sanguigno AB- 23%. Allo stesso tempo, gli scienziati hanno sottolineato che le persone con eccesso di peso e cattive abitudini hanno un impatto molto maggiore sul rischio di sviluppare malattie cardiache.

Cancro allo stomaco

I ricercatori dello Swedish Carolina Institute hanno scoperto che il gruppo sanguigno A ha un elevato  rischio di sviluppare il cancro allo stomaco fino al 20%. Allo stesso tempo, i pazienti con gruppo sanguigno  0 hanno mostrato una resistenza inferiore ai batteri Helicobacter pylori, che possono causare gastrite e ulcera gastrica.

Riassumendo: le possibilità di avere il cancro, diabete di tipo 2 o ictus sono correlate al gruppo sanguigno

Gruppo sanguigno e salute: cosa ci dicono le ultime ricerche scientifiche

Nel corso degli ultimi anni, la comunità scientifica ha iniziato a esplorare con maggiore attenzione il legame tra il gruppo sanguigno di una persona e la sua predisposizione a sviluppare alcune malattie croniche, anche molto gravi. Sebbene il gruppo sanguigno sia da sempre stato un dato fondamentale per trasfusioni e trapianti, oggi si sta rivelando anche un potenziale indicatore di rischio per disturbi cardiovascolari, metabolici e oncologici.

Numerosi studi internazionali, pubblicati su riviste mediche di alto livello, stanno dimostrando che i gruppi sanguigni non sono tutti uguali dal punto di vista della salute. In particolare, emergono importanti differenze tra il gruppo 0 e gli altri gruppi (A, B e AB), che sembrerebbero esporre i soggetti a rischi maggiori per alcune patologie.

Tumore allo stomaco: un rischio maggiore nei gruppi A, B e AB

Uno degli studi più significativi è stato pubblicato nel 2015 sulla rivista BMC Medicine. La ricerca ha coinvolto oltre 50.000 partecipanti di età compresa tra i 40 e i 70 anni, e ha cercato di individuare correlazioni tra il gruppo sanguigno e l’insorgenza di patologie gravi, in particolare il cancro gastrico.

I risultati sono stati piuttosto chiari: le persone appartenenti ai gruppi A, B e AB presentavano un rischio significativamente più alto di sviluppare un tumore allo stomaco rispetto a quelle con gruppo 0. In particolare, il gruppo A sembrava essere il più vulnerabile. I ricercatori ipotizzano che ciò possa essere legato a una maggiore suscettibilità all’infezione da Helicobacter pylori, un batterio associato proprio allo sviluppo di ulcere gastriche e tumori dello stomaco, che potrebbe attecchire più facilmente in persone con determinati antigeni nel sangue.

Malattie cardiovascolari: il gruppo AB il più esposto

Oltre al rischio oncologico, anche la salute cardiovascolare sembra essere influenzata dal gruppo sanguigno. Diversi studi, tra cui uno molto citato pubblicato negli Stati Uniti, hanno mostrato che il gruppo AB è associato a un rischio cardiovascolare del 23% più elevato rispetto al gruppo 0. Il gruppo B segue con un 11% di rischio in più, mentre il gruppo A presenta un aumento del 5%.

I motivi non sono ancora del tutto chiari, ma si ipotizza che possa esserci una correlazione tra i gruppi sanguigni non-0 e livelli più alti di colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”), nonché una maggiore tendenza alla coagulazione del sangue, due fattori che aumentano il rischio di infarto e ictus.

Inoltre, le persone con gruppo 0 sembrano avere livelli più elevati di una proteina chiamata fattore di von Willebrand, che favorisce una migliore fluidità del sangue e può contribuire a proteggere il cuore.

Diabete di tipo 2: rischio aumentato nei gruppi A e B

Anche il diabete di tipo 2, una delle malattie metaboliche più diffuse e gravi, sembra essere più comune tra coloro che non appartengono al gruppo 0. Una ricerca condotta in Francia su oltre 82.000 donne, i cui dati sanitari sono stati analizzati per diversi anni, ha rivelato che le donne con gruppo sanguigno A o B presentano un rischio più alto di sviluppare il diabete rispetto a quelle con gruppo 0. Questo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Diabetologia e ha attirato grande attenzione a livello internazionale.

Secondo gli studiosi, i meccanismi ormonali e infiammatori alla base del diabete potrebbero essere influenzati dagli antigeni del gruppo sanguigno, in particolare in relazione alla regolazione dell’insulina e alla sensibilità cellulare a questo ormone.

Verso una medicina sempre più personalizzata

Questi risultati, per quanto ancora da approfondire e validare con ulteriori studi, aprono le porte a una visione della medicina sempre più personalizzata, dove anche il gruppo sanguigno può diventare uno strumento utile per prevenire e monitorare alcune condizioni di salute.

Sapere a quale gruppo sanguigno si appartiene potrebbe dunque non essere solo una questione utile in caso di emergenza, ma anche un’informazione importante per adottare stili di vita più consapevoli, mirati a ridurre i rischi specifici legati alla propria genetica.

Ad esempio, chi appartiene ai gruppi A, B o AB potrebbe decidere di monitorare più frequentemente la glicemia, fare esami cardiologici di controllo, evitare eccessi alimentari e mantenere uno stile di vita attivo e bilanciato. In questo modo, la conoscenza del proprio gruppo sanguigno può diventare un alleato prezioso per la prevenzione.

In conclusione

Le nuove frontiere della medicina ci dimostrano come piccoli dettagli genetici, come il gruppo sanguigno, possano avere grandi implicazioni sulla salute. Anche se non si può cambiare il proprio gruppo sanguigno, si può agire sulle abitudini quotidiane per proteggersi e vivere più a lungo e meglio. La scienza ci fornisce gli strumenti: a noi il compito di utilizzarli con intelligenza.