Coronavirus

Coronavirus, quando arriverà il picco? la risposta del dottor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano


Giorno dopo giorno i casi di contagio da Coronavirus stanno aumentando sempre di più: 15.113 persone hanno contratto il virus Sars-CoV-2, 2.651 in più di ieri. Di queste, 1.016 sono decedute (+189) e 1.258 sono guarite (+213). Attualmente i soggetti positivi sono 12.839 (il conto sale a 15.113 — come detto sopra — se nel computo ci sono anche i morti e i guariti).

Per capire quando avverrà il picco bisogna considerare diversi fattori: densità della popolazione, quanti saranno attenti a mettere in atto l’isolamento suggerito e diversi altri motivi.

I modelli matematici per calcolare quando ci sarà il picco del Coronavirus, quindi, non possono ancora dare risposte assolute, ci possiamo affidare solo ad esperti che possano valutare da vicino l’andamento medio di ciò che sta accadendo.

L’unica certezza è che, rispettare l’isolamento sociale è fondamentale. Riducendo il contatto tra di noi, chiudendo tutte le attività, si potrebbe migliorare la situazione, il virus potrebbe essere isolato e una volta guariti i contagiati, non ci sarebbero più virus in circolazione.

Per cercare di comprendere quando avverrà il picco massimo, il dott Fabrizio Pregliasco, Virologo dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, ha dato una spiegazione dettagliata sul quesito.


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I modelli matematici al momento non possono dare risposte certe, ci vorrebbero informazioni più precise, oggi invece ci sono ancora molte variabili che influiscono sui risultati. In genere si utilizzano modelli più semplici ed essenziali, come il SIR, che tiene in considerazione i soggetti suscettibili all’infezione, i malati e i guariti. Ma per questo virus bisogna considerare per esempio anche l’aspetto geografico o la densità di popolazione. Credo che sia ancora presto per provare a calcolare quando potrebbe verificarsi il picco.

Alcuni utilizzano modelli di analisi che sono stati fatti su epidemie, o pandemie, precedenti e li applicano a quest’emergenza. Il Coronavirus ha due caratteristiche simili alle epidemie passate: oggi, di fatto, ne siamo tutti suscettibili e la sua velocità di incremento è di tipo esponenziale. Per questo, basandosi sull’interpretazione dei dati e su quanto appreso delle epidemie precedenti, alcuni dicono che il picco potrebbe essere intorno alla metà di aprile. Si tratta però sempre di una stima dove c’è un grosso margine di errore: i calcoli, oggi, non sono certi. Avrebbe più senso calcolarlo a emergenza finita”.

Il discorso di Conte preannunciava il picco

Già diversi giorni fa, quando il Presidente Conte ha emesso in diretta televisiva il suo discorso, annunciando le nuove e più rigide misure per il Paese, aveva dichiarato che “l’effetto di questo nostro grande sforzo potremo vederlo solo tra un paio di settimane. Nessuno deve pensare che domani i numeri cambieranno. Se i numeri dovessero continuare a crescere non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure. Non dobbiamo fare una corsa nera verso il baratro”.

Perchè pensano che il picco avverrà tra 2 settimane?

Secondo lo studio effettuato dai ricercatori della Johns Hopkins University, i primi sintomi arrivano in media dopo 5 giorni e quasi nel 98% dei casi entro i primi 12 giorni.

Questo sta a significare che l’ isolamento per 2 settimane, che corrisponde dunque al tempo di incubazione del virus, è un lasso di tempo corretto sia per verificare l’insorgenza delle conseguenze dell’infezione, sia per scongiurare che si verificano altri nuovi contagi rispetto a quelli già noti e confermati.

Ecco quindi che i ricercatori ritengono quello dei 14 giorni di quarantena “un periodo di tempo ragionevole per monitorare gli individui e lo sviluppo della malattia”.

Questo studio ha spiegato il motivo per cui si pensa che il picco in Italia possa arrivare tra 2 settimane.

Per capire nello specifico la situazione mondiale, monitorata da scienziati, è stata messa a disposizione la mappa mondiale con la relativa percentuale di contagiati nel mondo.

Dagli ultimi dati in tempo reale i contagiati in ogni Stato sono

80.945 in China
15.113 in Italia
11.364 in  Iran
7.869  in sud Corea
4.073 in Spagna
3.059 in Germania
2.882 in Francia
1.268 in US
858 in Svizzera
804 in Olanda
788 in Danimarca

La buona notizia è che sappiamo che il virus si può sconfiggere e la Cina è riuscita con tanti sforzi; il portavoce della Commissione sanitaria nazionale cinese ha annunciato che i nuovi casi stanno diminuendo(l’11 marzo a Wuhan erano solo 8, nel resto della Cina solo 7) e che l’epidemia resta a livelli molto bassi.

Questo perchè sono state utilizzate in Cina misure rigidissime.

Le parole ribadite del dott. Pregliasco: “Fondamentale il comportamento della cittadinanza”


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